Manuale Labware
Manuale d’uso crogioli, capsule e piattini in platino
I platinum labware CIMI possono essere utilizzati per:
Fusione
- Bifloruri alcalini
- Bisolfati e pirosolfati alcalini
- Borato di sodio e metasolfato di sodio
- Carbonato di sodio
- Cloruri alcalini e alcalini terrosi
- Nitrato e nitrito di sodio
La perdita di peso del platino ai punti 1 e 4 è inferiore a 1 mg. La fusione di miscele di nitrati e nitriti al punto 6 provoca una perdita più grave del peso di platino, ma in condizioni di utilizzo regolare, non maggiori a 1-2 mg. Il metasolfato di sodio danneggia il platino solo a temperature elevate in ambiente riducente. Oltre i 1000°c, i cloruri alcalini di terra danneggiano il metallo a causa del rilascio di cloro dai Sali fusi. Oltre i 700 °c il bisolfato alcalino danneggia leggermente il platino. Per ridurre il danno si consiglia di aggiungere solfato di ammonio.
Evaporazione
- Acido cloridrico, acido nitrico in presenza di alogeni in particolare cloruri ed è assolutamente vietato tenere insieme acido cloridrico o alogeni, acido nitrico o altre sostanze ossidanti in quanto l’alogeno liberato, danneggia gravemente il platino.
- Acido fluoridrico
- Acido solforico con la presenza o meno di acido fluoridrico
- Idrossidi e carbonati alcalini evitando l’inquinamento da parte di silicio e suoi compositi
- Soluzioni di perossido di sodio
Il rischio di reazione e danneggiamento del platino ai punti 4 e 5 è molto elevato
Bruciatura e ricottura
- Carbonati alcalini terrosi, ossalati ecc.
- Ossidi non facilmente riducibili quali Al2O3, BaO, SrO, Tio2, ThO2, WO3, Ta2O5, Mn3O4 e in assenza di sostanze carbonifere ZnO, Co3O4, NiO, CdO
- Solfato di bario
- Solfati che non sono facilmente riducibili
- Per la determinazione quantitativa di ceneri di sostanze organiche, ad esempio carbone, coke e piante
- Evitare il legame del platino con ferro, fosforo, zolfo ecc. Le sostanze carboniche devono essere bruciate il più possibile a temperature basse aggiungendo molta aria. Questi inquinanti sono presenti nella sostanza da analizzare a causa della riduzione dei solfati, fosfati e composti del ferro
- Determinare le sostanze evaporanti dei combustibili. Per prevenire la perdita di carbone, è importante mantenere un’atmosfera non ossidante. Il rischio di danneggiare il crogiolo è molto alto se il combustibile è particolarmente ricco di zolfo e suoi composti
Riscaldamento del platino
- In idrogeno
- In muffola con aria, in azoto e suoi ossidi, in ossigeno fino al punto di fusione
- Nel bromo e nel gas di iodio
L’uso di anidride carbonica CO2 non è raccomandata in quanto il carbonio attacca facilmente il platino
Il Platinum Labware viene danneggiato o inquinato se:
- In ammoniaca. La sua area diventa scura, opaca ed in breve tempo assume un aspetto poroso e cristallino
- Nel cloro in quanto il platino diventa una sostanza cristallina causato dalla formazione e decomposizione del cloruro di platino.
- Nell’evaporazione dei cloruri, in particolare nella dissociazione del HCL
- Nell’idrogeno solforato in quanto l’area di contatto viene rivestita di solfuro di platino
- Nei gas e vapori carbonici, che dissociano il platino a causa della formazione di carburo di platino
- non riscaldare mai i Platinum Labware CIMI nella zona riduttiva della fiamma del gas
Riscaldamento coi seguenti liquidi:
Acqua regia o similari (cloruro + ccHNO3, Nitrato + ccHCL)
Riscaldamento con i seguenti corpi fusi o gassosi
- Cianuri fusi in quanto genera cianuro di platino
- Cloruri alcalini fusi oltre i 1000°c
- Fosforo, arsenico, antimonio. A colorazione rossa, il platino si lega
- Ossido di ferro oltre i 1200°c perché in presenza di ossigeno, il ferro si lega col platino
- Pirofosfato di magnesio oltre i 900°c
- Piombo e ossido di bismuto a 1250°c, e sotto i 1250°c in presenza di sostanze riducenti
- Piombo fuso, zinco, stagno, bismuto, oro, argento e rame o leghe e loro sali di decomposizione che procedono alla riduzione di questi metalli legandosi col platino
- Gli ossidi e perossidi alcalini fusi sono molto dannosi. Idrossidi alcalini in presenza d’aria
- In presenza di nitrati fusi, idrossidi alcalini o carbonati, la loro influenza sul platino è altamente negativa
- L’influenza sul pentossido di fosforo e l’acido fosforoso, è relativamente bassa
- Silicio, silicati, alluminio e ossido di magnesio oltre i 1000°c. A temperature più basse non hanno nessuna influenza sul platino
- Silicio e borace ad alte temperature
- Zolfo, selenio e tellurio. L’influenza dei vapori di solfuri, è estremamente lenta e riscontrabile solo dopo un periodo molto lungo di riscaldamento. Il selenio ed il tellurio si legano facilmente al platino
Tabella leghe consigliate
Applicazione | Forma | Materiale | Temperatura di esercizio |
Temperatura massima |
Incenerimento e cottura sostanze organiche, acide e alcaline etc |
Crogioli e capsule | Pt/Ir 97/3
Pt/Au 95/5 Pt/Rh 90/10 |
1200°c
1200°c 1400°c |
1400°c
1300°c 1550°c |
Incenerimento | Crogioli e capsule | Au/Pt 90/10
Au/Pd |
920
920 |
950 1180 |




