skip to Main Content
+39 02 8321594 info@cimispa.it

Manuale Labware

Manuale d’uso crogioli, capsule e piattini in platino

I platinum labware CIMI possono essere utilizzati per:

Fusione

  1. Bifloruri alcalini
  2. Bisolfati e pirosolfati alcalini
  3. Borato di sodio e metasolfato di sodio
  4. Carbonato di sodio
  5. Cloruri alcalini e alcalini terrosi
  6. Nitrato e nitrito di sodio

La perdita di peso del platino ai punti 1 e 4 è inferiore a 1 mg. La fusione di miscele di nitrati e nitriti al punto 6 provoca una perdita più grave del peso di platino, ma in condizioni di utilizzo regolare, non maggiori a 1-2 mg. Il metasolfato di sodio danneggia il platino solo a temperature elevate in ambiente riducente. Oltre i 1000°c, i cloruri alcalini di terra danneggiano il metallo a causa del rilascio di cloro dai Sali fusi. Oltre i 700 °c il bisolfato alcalino danneggia leggermente il platino. Per ridurre il danno si consiglia di aggiungere solfato di ammonio.

Evaporazione

  1. Acido cloridrico, acido nitrico in presenza di alogeni in particolare cloruri ed è assolutamente     vietato tenere insieme acido cloridrico o alogeni, acido nitrico o altre sostanze ossidanti in quanto l’alogeno liberato, danneggia gravemente il platino.
  2. Acido fluoridrico
  3. Acido solforico con la presenza o meno di acido fluoridrico
  4. Idrossidi e carbonati alcalini evitando l’inquinamento da parte di silicio e suoi compositi
  5. Soluzioni di perossido di sodio

Il rischio di reazione e danneggiamento del platino ai punti 4 e 5 è molto elevato

Bruciatura e ricottura

  1. Carbonati alcalini terrosi, ossalati ecc.
  2. Ossidi non facilmente riducibili quali Al2O3, BaO, SrO, Tio2, ThO2, WO3, Ta2O5, Mn3O4 e in assenza di sostanze carbonifere ZnO, Co3O4, NiO, CdO
  3. Solfato di bario
  4. Solfati che non sono facilmente riducibili
  5. Per la determinazione quantitativa di ceneri di sostanze organiche, ad esempio carbone, coke e piante
  6. Evitare il legame del platino con ferro, fosforo, zolfo ecc. Le sostanze carboniche devono essere bruciate il più possibile a temperature basse aggiungendo molta aria. Questi inquinanti sono presenti nella sostanza da analizzare a causa della riduzione dei solfati, fosfati e composti del ferro
  7. Determinare le sostanze evaporanti dei combustibili. Per prevenire la perdita di carbone, è importante mantenere un’atmosfera non ossidante. Il rischio di danneggiare il crogiolo è molto alto se il combustibile è particolarmente ricco di zolfo e suoi composti

Riscaldamento del platino

  1. In idrogeno
  2. In muffola con aria, in azoto e suoi ossidi, in ossigeno fino al punto di fusione
  3. Nel bromo e nel gas di iodio

L’uso di anidride carbonica CO2 non è raccomandata in quanto il carbonio attacca facilmente il platino

Il Platinum Labware viene danneggiato o inquinato se:

  1.  In ammoniaca. La sua area diventa scura, opaca ed in breve tempo assume un aspetto poroso e cristallino
  2. Nel cloro in quanto il platino diventa una sostanza cristallina causato dalla formazione e decomposizione del cloruro di platino.
  3. Nell’evaporazione dei cloruri, in particolare nella dissociazione del HCL
  4. Nell’idrogeno solforato in quanto l’area di contatto viene rivestita di solfuro di platino
  5. Nei gas e vapori carbonici, che dissociano il platino a causa della formazione di carburo di platino
  6. non riscaldare mai i Platinum Labware CIMI nella zona riduttiva della fiamma del gas

Riscaldamento coi seguenti liquidi:

Acqua regia o similari (cloruro + ccHNO3, Nitrato + ccHCL)

Riscaldamento con i seguenti corpi fusi o gassosi

  1. Cianuri fusi in quanto genera cianuro di platino
  2. Cloruri alcalini fusi oltre i 1000°c
  3. Fosforo, arsenico, antimonio. A colorazione rossa, il platino si lega
  4. Ossido di ferro oltre i 1200°c perché in presenza di ossigeno, il ferro si lega col platino
  5. Pirofosfato di magnesio oltre i 900°c
  6. Piombo e ossido di bismuto a 1250°c, e sotto i 1250°c in presenza di sostanze riducenti
  7. Piombo fuso, zinco, stagno, bismuto, oro, argento e rame o leghe e loro sali di decomposizione che procedono alla riduzione di questi metalli legandosi col platino
  8. Gli ossidi e perossidi alcalini fusi sono molto dannosi. Idrossidi alcalini in presenza d’aria
  9. In presenza di nitrati fusi, idrossidi alcalini o carbonati, la loro influenza sul platino è altamente negativa
  10. L’influenza sul pentossido di fosforo e l’acido fosforoso, è relativamente bassa
  11. Silicio, silicati, alluminio e ossido di magnesio oltre i 1000°c. A temperature più basse non hanno nessuna influenza sul platino
  12. Silicio e borace ad alte temperature
  13. Zolfo, selenio e tellurio. L’influenza dei vapori di solfuri, è estremamente lenta e riscontrabile solo dopo un periodo molto lungo di riscaldamento. Il selenio ed il tellurio si legano facilmente al platino

Tabella leghe consigliate

Applicazione Forma Materiale Temperatura di esercizio

Temperatura massima

Incenerimento e cottura sostanze organiche, acide e alcaline etc

Crogioli e capsule Pt/Ir 97/3

Pt/Au 95/5

Pt/Rh 90/10

1200°c

1200°c

1400°c

1400°c

1300°c

1550°c

Incenerimento Crogioli e capsule Au/Pt 90/10

Au/Pd

920

920

950

1180

labware
Back To Top