
Quotazioni metalli preziosi: le previsioni del 2023
Ecco cosa ci attende nel 2023 a proposito delle quotazioni dei metalli preziosi. Una piccola guida che illustra quale sarà l’ipotetica direzione che prenderanno platino, oro e argento, con il fine di aiutare l’investitore nella sua scelta di capitalizzare le sue risorse.
Cosa ci ha detto il 2022 a proposito delle quotazioni dei metalli preziosi
Per avere un’idea che ci orienti correttamente verso quelle che sono gli andamenti di platino, oro e argento da investimento, bisogna partire dall’investigazione di quanto accaduto alla fine dello scorso anno focalizzando l’impasse che i metalli preziosi hanno accusato durante il mese di settembre.
Infatti, a differenza di quanto ci si attendeva originato dall’ipotesi che attraverso l’instabilità accusata sui mercati internazionali gli investitori si sarebbero indirizzati verso i tradizionali beni rifugio, questa ipotesi non si è materializzata con conseguente delusione di coloro che si attendevano un brillante riscontro dalla richiesta di metalli preziosi da investimento.
Questo ha determinato – seppur con ovvie differenze – la volatilità delle quotazioni degli stessi che hanno causato movimenti fortemente caratterizzati da questa situazione che ha influito anche psicologicamente a sviluppare un certo senso di incertezza non solo dagli investitori ma anche dagli stessi operatori tanto che è fisiologico supporre che metalli come il platino, l’oro e l’argento, abbiano toccato i minimi del loro ciclo.
Fase critica totalmente passata, allora? Questo non si può affermare con certezza ma analizzando gli aspetti storici delle analisi prodotte in passato, è noto che una volta che la curva discendente è arrivata al suo minimo, non c’è che attendersi una logica ripresa verso l’alto.
Prezzi che tenderanno a salire nuovamente
Gli operatori da un lato e gli investitori dall’altro, sono consapevoli che non ci sono mai delle certezze assolute e che è necessario, per formulare una giusta valutazione, affidarsi in parte a quelle che gli esperti del settore prevedono a proposito di quotazioni.
Ci sono dei CEO di importanti gruppi che hanno dichiarato che il mercato che ruota intorno ai metalli preziosi da investimento è reso dinamico dal deprezzamento del dollaro USA in congiunzione con le politiche monetarie decise da governo federale e dal trend dell’inflazione.
Il problema è legato alla spesa pubblica statunitense soprattutto inerente al pagamento del debito che, laddove non fosse in qualche modo risolto, darebbe origine a critiche ricadute in merito alla fiducia di piccoli e grandi investitori nei confronti del dollaro USA.
Altri esperti che svolgono il ruolo di responsabili della strategia dei metalli preziosi hanno fatto notare come l’anno passato, platino, oro e argento abbiano accusato un trend caratterizzato da alti e bassi anche se il bene rifugio per eccellenza come l’oro, pur non brillando a livello di prestazioni, abbia mantenuto in essere il suo compito di essere un punto di riferimento contro l’incertezza economica e l’inflazione.
Il 2023 è incominciato sovvertendo il clima che si è respirato durante tutto l’anno precedente dal momento che tutti i metalli preziosi da investimento, eccezion fatta per il palladio, hanno riscontrato un andamento più che positivo.
In base a quanto inizialmente dimostrato nei primi mesi di quest’anno, i quesiti da porsi sono se la tendenza al rialzo continuerà e quali sono i metalli preziosi su cui investire e se è giunto il momento per acquistare oro.
Sappiamo che questi metalli non sono esenti da influenze di vario tipo che possono anche presentarsi nello stesso momento: fattori, questi, che non consentono di rispondere con accurata precisione anche se da più parti, gli esperti dell’andamento borsistico inerente ai metalli preziosi, sono del parere che l’oro nel 2023 avrà una forte spinta verso l’alto.
D’altronde se nel settembre scorso la sua quotazione è stata di 1600 USD per un oncia, già nel mese successivo era salita a 1730 USD e la ragione di questo recupero è derivata dal ribasso di quasi 30 punti base dei rendimenti dei Tips statunitensi e dall’acquisto operato dalla Banca d’Inghilterra di obbligazioni per combattere il crollo della sterlina britannica.
Investire o non investire, questo è il problema
Per oro e argento il 2023 dovrebbe essere un anno molto positivo visto che diversi pareri di esperti del settore concordano nell’ipotizzare una solida e significativa crescita di quotazioni tanto che c’è chi prevede che l’argento tra il 2023 e il 2024 possa addirittura raddoppiare il suo prezzo.
Si può affermare che l’idea di una quotazione dell’oro raggiunga e si consolidi al di sopra dei 2000 USD l’oncia, non è affatto peregrina; così come che quella dell’argento superi i 40 dollari per sfondare il suo massimo storico a 50 USD per oncia.
Se così fosse, sarebbe opportuno prendere in considerazione il fatto di valutare seriamente di fare un investimento proprio su questi due metalli preziosi anche perchè, non è impossibile che l’oro possa toccare i 2100 dollari per oncia.
Valutazione nata verificando il trend di questo metallo a partire dal 2015 ed osservando le ondate che hanno caratterizzato il suo percorso arrivato alla quarta ondata. La quinta, che ci si aspetta, dovrebbe essere molto più incisa e questo sarebbe foriero del ragionamento per il quale addirittura la quotazione divenga parabolica.
Stesso trend toccherebbe anche all’argento dal momento che questo metallo negli anni passati ha sofferto più di tutti gli altri per cui è lecito supporre una sua crescita esponenziale.
Come sempre bisogna prestare particolare attenzione a quei fattori che possono intralciare il cammino verso l’alto dei metalli preziosi. Una causa può essere quella della recessione e un’altra dettata dal conflitto Russia-Ucraina: due elementi che non possono avere una risposta precisa neppure a livello orientativo.
La storia degli ultimi trent’anni ci insegna che durante quei cicli particolarmente inflazionistici (ossia quelli caratterizzati da un aumento dei prezzi superiore al 3,5%) l’oro ha maturato un guadagno medio di circa il 9% annuo e questo denota il fatto che l’inflazione ha un ruolo determinante sul rialzo del costo dell’oro.
Gli esperti suppongono che l’inflazione nel 2023 resterà molto al di sopra del 5% e se la Federal Reserve smettesse di alzare i tassi d’interesse del dollaro l’inflazione crescerebbe ancora con indubbio beneficio dell’oro la cui oncia andrebbe a superare i 2000 dollari statunitensi.
Ovviamente, per chi fosse interessato a mettere al riparo delle risorse, è bene attenersi al concetto che è bene investire con consapevolezza senza improvvisare soprattutto se il soggetto dell’investimento fossero i metalli preziosi.
Avvalersi di un esperto in grado di offrire una consulenza attraverso la quale minimizzare i rischi e, di contro, massimizzare i profitti, è certamente una strada da seguire.
L’oro, proprio per via delle sue caratteristiche peculiari, è un bene rifugio per eccellenza che non perde mai il suo valore e che può offrire degli interessanti guadagni e pare essere una strategia quella di possederne, sia esso incarnato in lingotti oppure in monete da investimento.
Può essere interessante anche programmare un piano di accumulo che risulta essere un veicolo da utilizzare da piccoli investitori che, avendo la possibilità di far affidamento periodicamente su delle risorse da investire, decidono di acquistare metalli preziosi poco per volta onde limitare il più possibile la volatilità del mercato.